Francesco Capalbo
Non c'è dubbio, al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca risiede un plotone, coi controfiocchi, di creativi esoterici.
Non poteva essere diversamente, visto che al vertice della piramide è accasermato un marcantonio di nome Faraone.
La legge sulla cosiddetta "Buona Scuola", ad esempio, è una supposta avvelenata e gli involucri verbali nei quali essa è avvolta sembrano clisteri occulti, incomprensibili e misteriosi.
Dal cilindro del Ministro, proprio in questi giorni, è stato estratto un altro prodigio: i nuovi insegnanti dovranno essere assunti sulla base di quattro competenze scelte dai Dirigenti.
Nessuno si è preso la briga di spiegare perché le competenze debbano essere proprio quattro. Alcuni avanzano l'ipotesi che esse abbiano a che fare con le virtù cardinali che sono quattro, altri con gli elementi alchemici. La corporazione degli insegnanti di religione, che non è assoggettata ad alcun obbligo valutativo, è arrivata a stabilire finanche una intima connessione con il tetragramma biblico, le quattro lettere che nella fede ebraica simboleggiano il nome di Dio.
Per i Dirigenti le cose non sembrano vadano meglio: sono valutati con la "grammatica valenziale", un marchingegno investigativo mutuato a quanto si dice, dalle neuro scienze. Ai Dirigenti Scolastici viene chiesto di descrivere con 150 caratteri gli obiettivi che si prefiggono di raggiungere. Un particolare software ideato dalla Hewllet - Packard, attraverso l'analisi dei verbi adoperati e delle "valenze che dipendono dalla loro forma aggregativa", ne accerta la coerenza e la chiarezza, snidando i presidi cazzari.
Gli alacri alchimisti del MIUR hanno ora un unico cruccio: sembra che la "grammatica valenziale" scansioni solo i linguaggi formali e non serva per valutare gli operatori scolastici che, a livello grammaticale, costituiscono una sorta di "quarto stato" della scuola italiana.
Vanificata l'idea della "grammatica valenziale", per misurare le performance aziendali (con scopa e ramazza) dei bidelli, non resta altro che la macchina della verità.
Non è forse così che fanno i detectives nei telefilm americani?