Come il desiderio sessuale, la memoria non si ferma mai. Appaia i morti ai vivi, gli esseri reali a quelli immaginari, il sogno alla storia. Annie Ernaux
martedì 21 luglio 2020
San Sosti : la (s)grammatica del razzismo
sabato 18 luglio 2020
Tabernacoli vuoti
Il mio paese ha una vita nascosta.
È terra madre, protetta da una rocciosa Madonna, romitorio basiliano. Rumorosa Itaca e ingarbugliata Babilonia.
Nelle sue viscere custodisce narrazioni, immagini, miraggi, sapori, rumori e suoni millenari.Molti dei suoi abitanti, coltivano arti che indagano il profondo dell’animo umano: la scrittura, la poesia, la pittura, la fotografia, la preghiera, la meditazione, l’archeologia, la musica, la gastronomia.
Tuttavia, quello che alberga nei suoi cunicoli non riesce a frantumare la crosta della diffidenza, non entra nei circuiti della condivisione.Non esiste una narrazione collettiva.Lo sguardo dei suoi abitanti non si posa sopra un comune orizzonte.
Certo, noi sansostesi amiamo diffondere per il mondo il seme di una rappresentazione epica dei nostri luoghi: è una descrizione però irreale, nostalgica e languida nello stesso tempo.Le narrazioni collettive a San Sosti hanno il bisogno della mediazione del vino. La cantina è l’unico luogo nel quale è ancora percepibile il senso del destino comune. Sensazione episodica, volatile, come lo spirito che la suscita.
La sofferenza per l’assenza di un racconto comune trasuda tuttavia anche dalle realizzazioni materiali, dalle rovine di quello che fu l’intervento pubblico nella nostra comunità.
Tredici “edicole” abbandonate sono diventate la metafora del racconto inespresso. Tabernacoli vilipesi. Manufatti muti e sparsi per tutto il territorio, invocano il diritto di parola.
Utilizziamole per raccontarci senza reticenza i grumi di speranza che albergano nel nostro animo.
Adoperiamole per rivelare a tutti il bello ed il buono che aleggia in un luogo nel quale l’inchiostro dei monaci basiliani alimentava il lume della conoscenza.
Narrare è infatti un verbo affine al termine latino “gnarus” ed indica colui che conosce, che è esperto, che è consapevole e perciò eterno.