di Francesco Capalbo
Il Santuario del Pettoruto da sempre è stato oggetto di “particolari brame” da parte del notabilato e degli amministratori del luogo; nello stesso tempo la popolazione di San Sosti lo ha sempre degnato di attenzioni speciali.
I sansostesi, dovunque si trovassero, hanno sempre percepito con soddisfazione il minimo miglioramento delle strutture ricettive del “sacro delubro”, sostenendolo con laute offerte. Critiche feroci ed in alcuni casi immotivate sono state anche dispensate a quanti, pur incamerando le donazioni, non si prodigavano per renderlo accogliente o per migliorarne la viabilità.
Nel 1965, Don Francesco Amoroso allora rettore del Santuario, “di fronte alle voci giunte anche al clero della diocesi” a riguardo del ritardo con il quale procedevano i lavori di rimodernamento del Santuario, si sentì in obbligo di rilasciare pubbliche dichiarazioni al “Mattino di Napoli”.
Leggendo l’articolo, di seguito riportato, si ha la possibilità di riflettere sui ritardi storici che hanno segnato in maniera devastante le nostre periferiche terre. Mentre in Italia si celebravano gli anni del boom economico, figurato nell’iconografia mitologica con l’immagine scorazzante della “ Fiat Cinquecento”, i pellegrini erano costretti a raggiungere il Pettoruto inerpicandosi su mal messi sentieri.
La Cassa del Mezzogiorno (citata nell’articolo), che con i suoi fiumi di denaro avrebbe dovuto dotare il territorio meridionale delle necessarie infrastrutture, alimentava proprio in quegli anni le clientele di una misera classe politica di cui, ai nostri giorni, si tenta di celebrare in maniera maldestra e inspiegabile la beatificazione toponomastica.
In via di espletamento il primo lotto di lavori al Santuario del Pettoruto.
Viva soddisfazione da parte della popolazione sansostese e dei pellegrini
San Sosti 30 agosto 1965
Siamo quasi alle porte dei grandi festeggiamenti che, annualmente, dall’1 all’8 settembre, si svolgono al Santuario della Beata Vergine Incoronata del Pettoruto di San Sosti. La via mulattiera che s’inerpica su per il Sacro Monte, vedrà diecine e diecine di migliaia di pellegrini andare a rendere omaggio alla miracolosa Madonna.
Moltissimi lamentavano la mancanza di locali adatti per accogliere i pellegrini, la mancanza di alcuni servizi importanti ed indispensabili, la relativa capacità del Tempio. Da diverse parti si muovevano della critiche all’amministrazione del Santuario che non spendeva gli oboli offerti alla Madonna annualmente.
Di fronte a tanto, di fronte alle voci giunte anche al clero della diocesi, Mons. Amoroso, rettore del Santuario ci ha rilasciato delle dichiarazioni che è bene riportare.
Da anni, gli eccellentissimi Vescovi della Diocesi, hanno provveduto a versare i proventi del Santuario su un libretto bancario presso la locale Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania allo scopo di riunire una congrua somma capace di far affrontare la mole poderosa di lavori razionali e necessari a portare il Sacro Luogo in condizioni da poterne fare un luogo veramente meta oltre che di preghiera anche di interesse turistico. Ma delle ragioni pratiche fecero rimandare i lavori.
L’inizio, avuto alcuni anni fa, della strada che avrebbe portato direttamente al Santuario fu una delle ragioni.
Trasportare il materiale edile a dorso di mulo o di asino sul posto, avrebbe costituito il doppio della spesa. Si aspettava che la carrozzabile venisse completata ma, ormai da anni, i lavori da parte della Cassa per il Mezzogiorno sono sospesi e chissà ancora quanti anni bisogna attendere.
Di fronte a tale problema, lo scorso anno venne deciso di sistemare in un certo qual modo, la vecchia strada mulattiera in modo da potervi transitare almeno dei camion di media portata.
Alcuni mesi fa, venne dato il via a dei lavori per un importo di cinquanta milioni, la maggior parte dei quali si trovava depositata presso la Cassa di Risparmio. Per il resto, si è impegnato il solerte ed insonne vescovo S.E. Mons. Rinaldi, fiducioso nella Provvidenza. Dall’avviso sacro, affisso di recente, nei vari centri della diocesi appare quanto è stato fatto.
La chiesa è stata ampliata con un’ Abside che permette ai pellegrini di muoversi con più agio nel Sacro luogo. Nell’abside troneggia un maestoso altare secondo le nuove norme conciliari. Il Trono della Vergine Santa è stato snellito e completato con gusto, recinto di balaustra e adornato di pavimento in marmo giallo di Siena.
L’intera chiesa è stata pavimentata in marmo di Carrara. Dietro l’abside si profila un imponente complesso in cemento armato con ampie sale per le confessioni, una luminosa sagrestia, sala per amministrazione della S. Cresima e tutti gli annessi per l’abitazione del clero che zela l’onore del Santuario. I locali riservati ai pellegrini sono stati, in parte, anche rimodernati e dotati di servizi per venire sempre maggiormente incontro alle necessità dei fedeli. I lavori continuano e continueranno fino al completamento ed alla sistemazione di tutta l’area del Santuario. Quest’anno i fedeli più numerosi saliranno le sacre pendici del Pettoruto.
Il Mattino 31 Agosto 1965
Le 2 foto sono tratte dal libro “Il Pettoruto”di Francesco Marasco e Giuseppe Marasco.
Il Santuario del Pettoruto da sempre è stato oggetto di “particolari brame” da parte del notabilato e degli amministratori del luogo; nello stesso tempo la popolazione di San Sosti lo ha sempre degnato di attenzioni speciali.
I sansostesi, dovunque si trovassero, hanno sempre percepito con soddisfazione il minimo miglioramento delle strutture ricettive del “sacro delubro”, sostenendolo con laute offerte. Critiche feroci ed in alcuni casi immotivate sono state anche dispensate a quanti, pur incamerando le donazioni, non si prodigavano per renderlo accogliente o per migliorarne la viabilità.
Nel 1965, Don Francesco Amoroso allora rettore del Santuario, “di fronte alle voci giunte anche al clero della diocesi” a riguardo del ritardo con il quale procedevano i lavori di rimodernamento del Santuario, si sentì in obbligo di rilasciare pubbliche dichiarazioni al “Mattino di Napoli”.
Leggendo l’articolo, di seguito riportato, si ha la possibilità di riflettere sui ritardi storici che hanno segnato in maniera devastante le nostre periferiche terre. Mentre in Italia si celebravano gli anni del boom economico, figurato nell’iconografia mitologica con l’immagine scorazzante della “ Fiat Cinquecento”, i pellegrini erano costretti a raggiungere il Pettoruto inerpicandosi su mal messi sentieri.
La Cassa del Mezzogiorno (citata nell’articolo), che con i suoi fiumi di denaro avrebbe dovuto dotare il territorio meridionale delle necessarie infrastrutture, alimentava proprio in quegli anni le clientele di una misera classe politica di cui, ai nostri giorni, si tenta di celebrare in maniera maldestra e inspiegabile la beatificazione toponomastica.
In via di espletamento il primo lotto di lavori al Santuario del Pettoruto.
Viva soddisfazione da parte della popolazione sansostese e dei pellegrini
San Sosti 30 agosto 1965
Siamo quasi alle porte dei grandi festeggiamenti che, annualmente, dall’1 all’8 settembre, si svolgono al Santuario della Beata Vergine Incoronata del Pettoruto di San Sosti. La via mulattiera che s’inerpica su per il Sacro Monte, vedrà diecine e diecine di migliaia di pellegrini andare a rendere omaggio alla miracolosa Madonna.
Moltissimi lamentavano la mancanza di locali adatti per accogliere i pellegrini, la mancanza di alcuni servizi importanti ed indispensabili, la relativa capacità del Tempio. Da diverse parti si muovevano della critiche all’amministrazione del Santuario che non spendeva gli oboli offerti alla Madonna annualmente.
Di fronte a tanto, di fronte alle voci giunte anche al clero della diocesi, Mons. Amoroso, rettore del Santuario ci ha rilasciato delle dichiarazioni che è bene riportare.
Da anni, gli eccellentissimi Vescovi della Diocesi, hanno provveduto a versare i proventi del Santuario su un libretto bancario presso la locale Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania allo scopo di riunire una congrua somma capace di far affrontare la mole poderosa di lavori razionali e necessari a portare il Sacro Luogo in condizioni da poterne fare un luogo veramente meta oltre che di preghiera anche di interesse turistico. Ma delle ragioni pratiche fecero rimandare i lavori.
L’inizio, avuto alcuni anni fa, della strada che avrebbe portato direttamente al Santuario fu una delle ragioni.
Trasportare il materiale edile a dorso di mulo o di asino sul posto, avrebbe costituito il doppio della spesa. Si aspettava che la carrozzabile venisse completata ma, ormai da anni, i lavori da parte della Cassa per il Mezzogiorno sono sospesi e chissà ancora quanti anni bisogna attendere.
Di fronte a tale problema, lo scorso anno venne deciso di sistemare in un certo qual modo, la vecchia strada mulattiera in modo da potervi transitare almeno dei camion di media portata.
Alcuni mesi fa, venne dato il via a dei lavori per un importo di cinquanta milioni, la maggior parte dei quali si trovava depositata presso la Cassa di Risparmio. Per il resto, si è impegnato il solerte ed insonne vescovo S.E. Mons. Rinaldi, fiducioso nella Provvidenza. Dall’avviso sacro, affisso di recente, nei vari centri della diocesi appare quanto è stato fatto.
La chiesa è stata ampliata con un’ Abside che permette ai pellegrini di muoversi con più agio nel Sacro luogo. Nell’abside troneggia un maestoso altare secondo le nuove norme conciliari. Il Trono della Vergine Santa è stato snellito e completato con gusto, recinto di balaustra e adornato di pavimento in marmo giallo di Siena.
L’intera chiesa è stata pavimentata in marmo di Carrara. Dietro l’abside si profila un imponente complesso in cemento armato con ampie sale per le confessioni, una luminosa sagrestia, sala per amministrazione della S. Cresima e tutti gli annessi per l’abitazione del clero che zela l’onore del Santuario. I locali riservati ai pellegrini sono stati, in parte, anche rimodernati e dotati di servizi per venire sempre maggiormente incontro alle necessità dei fedeli. I lavori continuano e continueranno fino al completamento ed alla sistemazione di tutta l’area del Santuario. Quest’anno i fedeli più numerosi saliranno le sacre pendici del Pettoruto.
Il Mattino 31 Agosto 1965
Le 2 foto sono tratte dal libro “Il Pettoruto”di Francesco Marasco e Giuseppe Marasco.
© www.francescocapalbo.blogspot.com
cercavo notizie su questa Madonna, cosa strana, stanotte ho sognato una Madonna con tre seni e con una forma dal busto in giù, a palloncino, mi sono incuriosita e voloto cercare se esisteva, e con mia sorpresa, esiste, e per dirla tutta, dicevo nel sogno, che aveva quella forma, perchè era sempre in cinta di nuovi Cristiani. Ma perchè mai l'avrò sognata?
RispondiEliminabuon fine settimana
marzia