di Francesco Capalbo
C’era un tempo in cui le scoregge si facevano di
nascosto, i pensieri xenofobi erano curati come pustole dell’inconscio e gli
errori di grammatica considerati bernoccoli da lenire con impacchi di buone letture.
Ora che i nuovi barbari esibiscono senza remore le
turbolenze dei loro intestini, il razzismo è considerato “esperimento
didattico”, il congiuntivo confuso con una affezione degli occhi e le buone
maniere retaggi di epoche passate.
Attila sembra essersi reincarnato in tanti feroci replicanti
che scorrazzano per il web con la bava alla bocca e
oltraggiano in punta di clava sia la grammatica che i policromi, i dissimili, i
discordi… gli umani.
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