domenica 23 maggio 2010

Primi sindaci - donne d'Italia: un saggio ci rivela particolari inediti


Nota introduttiva di Francesco Capalbo


Nei giorni scorsi è stato presentato un interessante testo del professor Guerrino Maccagnan, edito con il patrocinio della provincia di Verona.
Il saggio dal titolo “Ottavia Fontana”,oltre a tratteggiare le qualità morali, la profonda fede religiosa e l’impegno civico della protagonista, eletta nell’agosto del 1946 alla carica di Sindaco di Veronella, dedica un capitolo alle prime “sindachesse” d’Italia.
Il professor Guerrino Maccagnan sintetizza nell’articolo che segue, in esclusiva per il blog “millestoriemillememorie”, l’essenza della sua pregevole ricerca e ci rivela particolari fino ad oggi poco conosciuti…


UNA DONNA DEL FARE
Presentato un libro su una delle prime donne-sindaci d’Italia


Di Guerrino Maccagnan

Il 7 maggio, nella sala civica del Comune di Veronella (Verona), gremita da un folto pubblico, è stata presentata l’ultima ricerca del prof. Guerrino Maccagnan: Ottavia Fontana – Maestra e Sindaco di Veronella. Ospite d’onore la dott.ssa Perla Stancari, Prefetto di Verona, affiancata dai Sindaci del territorio colognese e da altre autorità politiche, come l’on. Massimo Giorgetti (Assessore ai Lavori Pubblici della Regione Veneto), il dott. Marco Luciani (Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili della Provincia di Verona), Antonio Pastorello (Presidente del Consiglio della Provincia di Verona). Il saluto agli ospiti è stato dato dall’Assessore alla Cultura dott. Alessandro Piacentini e dal Sindaco Michele Garzon. E’ seguita la lettura di alcuni brani del libro, con proiezione di immagini curate da Franco Bressan. La serata è stata allietata anche dai canti polifonici del Coro “S. Cecilia” di Veronella.
L’autore è intervenuto, rilevando che il 60° anniversario della morte di Ottavia Fontana ha offerto l’occasione per illuminare una figura di donna straordinaria, che ha improntato la sua vita sulla pratica del Vangelo. Ha donato se stessa agli altri, in silenzio ed umiltà, come fanno generalmente i santi, operando generosamente nella famiglia, nella scuola, nella comunità parrocchiale e in quella civile. Figure come quella della Maestra Fontana ormai non esistono più: sono state sostituite dalla Grande Maestra, la televisione, che ci mostra ogni giorno un’infanzia violata, con bambini abbandonati ed affamati, armati e rapiti, percossi e violentati, contesi e respinti e perfino uccisi. L’autore ha sottolineato che sul nostro futuro è calata una cortina di nebbia che può essere diradata solo dalla luce delle donne e dei bambini, nostre speranze e nostri valori insostituibili,
La Maestra Fontana, oltre che esemplare educatrice, è stata anche impegnata nell’Amministrazione comunale. Fu eletta Sindaco all’unanimità dal Consiglio Comunale il 24 agosto 1946, in seguito alle dimissioni del primo Sindaco del dopoguerra. La sua elezione assumeva un significato che travalicava i confini di un piccolo paese e s’inseriva nel più ampio orizzonte della storia d’Italia. Infatti, in quell’anno iniziava il lungo cammino dell’emancipazione femminile, con il diritto di voto attivo e passivo e con la nomina delle prime donne-Sindaci, vere e proprie mosche bianche e antesignane di una parità nei ruoli pubblici e nel campo del lavoro che non è ancora del tutto conquistata.
Prima di lei solo quattro donne italiane avevano ottenuto la carica di primo cittadino: Ninetta Bartoli, Sindaco di Borutta (Sassari), che fu anche amica di Antonio Segni, futuro Presidente della Repubblica; Margherita Sanna, per due volte Sindaco di Orune (Nuoro); Katty Tufarelli, Sindaco di San Sosti (Cosenza), che diventò il simbolo di un’incipiente democrazia dopo la caduta della monarchia; Ada Natali, Sindaco di Massa Fermana (Ascoli Piceno) dal 1946 al 1959 e deputato della Repubblica nelle liste del PCI fin dal 1948. Tutte donne che meritano di essere ricordate per il loro coraggio e per il loro impegno a servizio del bene comune. Non dobbiamo mai dimenticare comunque che la donna custodisce il segreto della vita e ogni rinascita porta il segno della femminilità. Perfino il nostro pianeta è chiamato “la nostra Madre Terra”. E gli uomini devono convincersi che la donna va rispettata ed amata perché è portatrice di valori universali. Lo dichiara poeticamente il P. David M. Turoldo: Donna, forma estrema del Sogno, / anima del mondo, / Tu sei il grido della creazione.


Nell’immagine: la copertina del libro “Ottavia Fontana”.

© 2009 francescocapalbo.blogspot.com


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lunedì 3 maggio 2010

Presentata a San Sosti un'antica "ninna nanna" calabrese. Il video della manifestazione

La redazione di Millestoriemillememorie

Un’ antica ninna nanna calabrese, scritta (nel settembre del 1893) dall’etnologo cetrarese Giovanni de Giacomo è stata presentata, domenica 2 maggio, nella chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire di San Sosti nel corso di una partecipata manifestazione promossa dai siti “Goladelrosa.eu” e “Millestoriemillememorie”.
La ninna nanna, pubblicata per la prima volta sulla Rivista delle Tradizioni popolari, diretta da Angelo De Gubernatis, rivela come il genio del popolo calabrese si riversi con veemenza anche nelle espressioni più delicate.
La nenia è stata cantata da Isabella Iannello accompagnata da Calonico Luigi, Ranuio Pasquale e Stefano Saetta. I tre musicisti, utilizzando la chitarra battente e la lira calabrese, ne hanno ricostruito le atmosfere musicali, guidati in questa appassionata impresa dallo spartito originale del maestro Giovanni Savoia.
Hanno preceduto l’esibizione gli interventi di Raffaele Rosignuolo, di Francesco Capalbo e del parroco don Carmelo Perrone i quali sono stati concordi nel sottolineare l’importanza delle attività culturali nei processi di promozione umana e civile delle nostre popolazioni.
Per l’occasione Francesco Capalbo ha curato la stampa del volumetto “Duormi, gioiuzza mia, duormi e riposa”. La pubblicazione contiene il testo integrale della ninna nanna ed un breve saggio sull’impegno che Giovanni de Giacomo, in compagnia di importanti scrittori quali Benedetto Croce, Bonaventura Zumbini, Grazia Deledda e Antonio Fogazzaro, sostenne in seno alla Società delle Tradizioni Popolari.
Di seguito è possibile visualizzare il video di una parte della manifestazione.



© Millestoriemillememorie

sabato 1 maggio 2010

1° Maggio 2010


Nell’ immagine : “Il Quarto Stato”, Giuseppe Pellizza ( Volpedo, 28 luglio 1868 – 14 giugno 1907)

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