di
Francesco Capalbo
Anche
nella valle dell’Esaro il 26 di maggio si è votato.
A Malvito, Sant’Agata di Esaro, San Donato di
Ninea e Santa Caterina Albanese primo partito è risultato il Movimento 5
Stelle. A San Sosti il successo della Lega di Salvini è stato eclatante:
28,01%.
In
tutti e sei i paesi le forze populiste hanno totalizzato più del 50% dei voti,
consolidando il risultato delle passate elezioni politiche.
Solo
la Democrazia Cristiana e il Partito Social Democratico di Costantino Belluscio
e Paolo Bruno nei decenni passati sono stati in grado di raggranellare
percentuali di siffatta portata.
Una
avanzata elettorale così sostanziosa non ha però determinato sconvolgimenti
significativi in campo amministrativo.
Nei
paesi in cui si votava anche per le comunali hanno vinto i ceti e i gruppi di
sempre, abili solo nel prolungare l’agonia delle loro comunità. I sindaci neo eletti hanno
però dimostrato di saper neutralizzare, piegandola con furbizia, l’orda
elettorale nibelunga.
Gli
elettori del Movimento 5 stelle e della Lega nella valle dell’Esaro dal canto loro
appaiono lesti solo quando indirizzano i loro dardi contro i plutocrati di
Bruxelles.
Quando
il voto riguarda il periplo dei luoghi dove consumano la loro esistenza, le
frecce della loro indignazione restano nascoste nelle faretre.
Di
colpo si dimenticano dei banchieri ladroni e dei magnati corrotti e votano per
quanti garantiscono loro un futuro di certa insoddisfazione.
“Sempre
pronti ad urlare la nostra indignazione contro chi è distante mille miglia”
potrebbe essere definito il ricorrente motteggio della loro collera sovranista.