martedì 3 dicembre 2019

L'Appennino interno ed il diritto alla felicità



di Francesco Capalbo

Le elezioni regionali calabresi si avvicinano e le visite elettorali saranno più frequenti.
La prima domenica di questo mite dicembre ha visitato San Sosti il consigliere del PD Giuseppe Aieta di Cetraro.
Nel Municipio ha presentato il suo sudato lavoro: “Vie d’uscita”. Un capitolo è titolato “Il diritto alla felicità”.
Ci ha intrattenuto amabilmente, con il suo eloquio didattico, sulla bellezza delle città parlandoci della cintura “green” di Londra.
Ben vengano altri come lui a presentare il loro pensiero strategico e la loro visione.
Abbiamo il dovere di accogliere tutti.
Ben vengano anche i leghisti a parlare dei loro progetti.
La nostra è una landa che, da tempi remoti ha sempre accolto, incluso. È terra basiliana!
Dopo averli ascoltati con rispetto e dopo aver loro offerto “pane e sale”, congediamoli.  Tratteniamo dalle loro parole solo quello che è veramente utile per noi.
Ognuno ha diritto alla propria felicità. La nostra è custodita dagli spiriti buoni che si sono sempre rispecchiati nelle acque del fiume Rosa e che necessitano di essere richiamati in vita.
Le loro azioni rappresentavano un' amalgama  di preziosi talenti: la precisione dei sarti, il ticchettio dei ciabattini, la perizia dei falegnami, la forza dei fabbri, la saggezza dei contadini, il vigore dei boscaioli, il passo peregrino dei pastori e l’umiltà dei monaci basiliani.


venerdì 31 maggio 2019

Collera sovranista



di Francesco Capalbo

Anche nella valle dell’Esaro il 26 di maggio si è votato.
 A Malvito, Sant’Agata di Esaro, San Donato di Ninea e Santa Caterina Albanese primo partito è risultato il Movimento 5 Stelle. A San Sosti il successo della Lega di Salvini è stato eclatante: 28,01%.
In tutti e sei i paesi le forze populiste hanno totalizzato più del 50% dei voti, consolidando il risultato delle passate elezioni politiche.
Solo la Democrazia Cristiana e il Partito Social Democratico di Costantino Belluscio e Paolo Bruno nei decenni passati sono stati in grado di raggranellare percentuali di siffatta portata.
Una avanzata elettorale così sostanziosa non ha però determinato sconvolgimenti significativi in campo amministrativo.
Nei paesi in cui si votava anche per le comunali hanno vinto i ceti e i gruppi di sempre, abili solo nel prolungare l’agonia delle loro comunità. I sindaci neo eletti hanno però dimostrato di saper neutralizzare, piegandola con furbizia, l’orda elettorale nibelunga.
Gli elettori del Movimento 5 stelle e della Lega nella valle dell’Esaro dal canto loro appaiono lesti solo quando indirizzano i loro dardi contro i plutocrati di Bruxelles.
Quando il voto riguarda il periplo dei luoghi dove consumano la loro esistenza, le frecce della loro indignazione restano nascoste nelle faretre.
Di colpo si dimenticano dei banchieri ladroni e dei magnati corrotti e votano per quanti garantiscono loro un futuro di certa insoddisfazione.
“Sempre pronti ad urlare la nostra indignazione contro chi è distante mille miglia” potrebbe essere definito il ricorrente motteggio della loro collera sovranista.

sabato 23 febbraio 2019

I nuovi barbari



di Francesco Capalbo
  
C’era un tempo in cui le scoregge si facevano di nascosto, i pensieri xenofobi erano curati come pustole dell’inconscio e gli errori di grammatica considerati bernoccoli da lenire con impacchi di buone letture.
Ora che i nuovi barbari esibiscono senza remore le turbolenze dei loro intestini, il razzismo è considerato “esperimento didattico”, il congiuntivo confuso con una affezione degli occhi e le buone maniere retaggi di epoche passate.
Attila sembra essersi reincarnato in tanti feroci replicanti che scorrazzano per il web con la bava alla bocca  e oltraggiano in punta di clava sia la grammatica che i policromi, i dissimili, i discordi… gli umani.


sabato 9 febbraio 2019

I barbari alle porte e gli ascari di Cosenza




di Francesco Capalbo

A Cosenza il consigliere comunale del PD Marco Ambrogio, capogruppo uscente alla Provincia, è stato escluso dalla lista dello stesso partito per il rinnovo dei consiglieri provinciali, perché accusato di essere la stampella di Occhiuto, sindaco forzista della città.
Stando a quanto dichiarato dallo stesso consigliere, la notizia dell’esclusione gli è stata comunicata dal segretario provinciale, che ha indicato nei coniugi padroni del PD cosentino, i mandanti della draconiana decisione: “Mi dispiace, devo portare la tua testa sul piatto di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio. Se ti candido sono finito”.
Se l’accaduto fosse confermato, dimostrerebbe che nel PD cosentino è in atto una vera e propria trasformazione organizzativa e militare. Per fronteggiare le virulenti truppe salviniane, il PD di Cosenza sembra voglia trasformarsi in un battaglione di ascari eritrei. Da un po' di tempo è infatti dominante la tesi che solo  un partito comandato da graduati "sciumbasci"(1) che tagliano la testa ai dissidenti e largheggiano nell'uso del “curbasc”(2) sarebbe  in grado di resistere ai nuovi barbari che ormai premono con insistenza alle porte della nostra regione.


(       (1) Sciumbasci: grado militare delle Truppe coloniali italiane, equivalente al grado di maresciallo del Regio esercito
          (2) Curbasc: Scudiscio in pelle d’ippopotamo usato dalle Truppe coloniali per le punizioni corporali