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Mario Saccà è uno studioso calabrese (di Catanzaro) di Storia della Prima Guerra Mondiale. Famosi sono i suoi studi sui fatti di Santa Maria La Longa ( Udine), località nella quale il 16 luglio 1917 vennero passati per le armi alcuni componenti della “Brigata Catanzaro”. Costituita il 1º marzo 1915 a Catanzaro Lido, tale Brigata era formata da due reggimenti, il 141° e il 142° in maggioranza formati da soldati calabresi. Logorata dai lunghissimi turni in trincea di prima linea, nei settori più contesi, essa venne impiegata come brigata d’assalto sul Carso dal luglio 1915 al settembre 1917. A Santa Maria la Longa dove la brigata era stata acquartierata a partire dal 25 giugno 1917 per un periodo di riposo, la notizia di un nuovo reimpiego nelle trincee della prima linea fece, pian piano montare quella che in poche ore sarebbe diventata una vera e propria rivolta. I fanti della Catanzaro protestarono e la protesta passò in rivolta. Alle ore 22.00 del 15 luglio 1917 iniziò il fuoco che durò tutta la notte. I caporioni di ogni reggimento assaltarono i militari dell’altro inducendo gli stessi ad ammutinarsi e ad unirsi a loro. Molti caddero morti sotto il fuoco dei rivoltosi, altri ne rimasero feriti. La rivolta durò tutta la notte. Per sedare la rivolta vennero impiegati una compagnia di Carabinieri, quattro mitragliatrici, due auto cannoni. La lotta durò tutta la notte e cessò all’alba. Sedata la ribellione, il comandante della Brigata ordinò la fucilazione di quattro fanti colti con le canne dei fucili ancora calde e la decimazione della compagnia. All'alba del 16 luglio dodici fanti più i quattro colti in flagranza, alla presenza di due compagnie, una per ciascun reggimento, vennero fucilati a ridosso del muro di cinta del cimitero di Santa Maria La Longa e posti in una fossa comune.
Il caporale calabrese Esco Silvestri muratore, soldato e poeta, descritto nell'articolo, inquadrato nel 142° R.F., fu testimone dei fatti e dedicò ad essi dei versi molto toccanti . Mario Saccà invita i lettori a fornire evetuali notizie utili affinchè del "biondo e silenzioso soldato" di cui narra anche lo scrittore Carlo Tumiati se ne possa ricostruire l'esatto profilo anagrafico.
© Francesco Capalbo
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