martedì 10 agosto 2010

Come si cancella la memoria da un luogo




di Francesco Capalbo

Quanti (sopratutto amici d’altri paesi) mi chiedevano di essere accompagnati per i vicoli del centro storico di San Sosti, rimanevano sorpresi dalla conformazione urbanistica di una stradina che collega la “posta vecchia” alla “vena di Cruci”. Il selciato antichissimo e costruito con pietra locale, si era mantenuto in buono stato perché la viuzza non era percorribile in automobile.
Esso permetteva che si serbasse memoria visiva della originaria conformazione delle strade che solcano il centro storico di San Sosti.
Questa mattina una potente ruspa lo ha divelto straziandolo: le pietre antiche, come pezzi di puzzolenti carogne, sono state abbandonate in qualche anonima discarica.
Invano ho cercato il “Cartello di Cantiere” per farmi una idea su chi abbia commissionato l’ennesimo scempio della struttura urbanistica della nostra comunità e su chi l’abbia eseguito.
Come al solito la distruzione della memoria(in tutte le sue accezioni!) apparentemente non ha mandanti tuttavia sono facilmente intuibili le generalità di quanti, di generazione in generazione, lucrano su di essa.



© 2009 francescocapalbo.blogspot.com

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