mercoledì 5 gennaio 2011

Il dio impazzito del fuoco

di Francesco CapalboL’esempio della “monnezza” sansostese sembra avvalorare l’idea che nei nostri abbandonati paesi non esistano vie di mezzo: o l’immobilismo o le illusioni.
E’ risaputo infatti come la maggioranza consiliare che amministra la malasorte del Comune di San Sosti non sia riuscita a gestire, per palese ed interessata incompetenza, il problema della raccolta e dello smaltimento dei pochi chilogrammi di rifiuti prodotti in paese.
Incapaci di porre rimedio a tale disservizio, i sopraddetti consiglieri si sono comportati come una sestiglia di illusionisti. Hanno tirato fuori dai loro vuoti cilindri un esilarante protocollo d’intesa per la realizzazione di un impianto in grado, secondo loro, di ardere in un solo giorno venti tonnellate di spazzatura. Asseriscono, improvvidi, che queste nefaste fornaci di cui esistono al mondo solo pochi prototipi, non producano scorie. Disconoscendo la legge di Antoine de Lavoisier (in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si modifica) non sospettano che anche i rifiuti avvampando possano assumere forme alchemiche dannose per gli uomini, per le piante e per gli animali.
Che qualcuno alle pendici del Pollino proponga la costruzione di un tale marchingegno malefico appare comunque in sintonia con i tempi che viviamo, egemonizzati dall’epopea virtuale dei grandi illusionisti. A San Sosti come altrove, coloro i quali non si curano delle piccole cose, che danno ordine e decoro alla vita quotidiana, cercano di insufflare nelle teste dei cittadini progetti fantasmagorici e pericolosi.
Il progetto di un “dissociatore molecolare” costruito nella Valle dell’Alto Esaro evoca l’immagine mitologica di un impazzito Efesto che tenta di distruggere col fuoco, oltre agli scarti dei consumi compulsivi, la speranza residua che ancora alberga nei nostri trascurati borghi.
Tutti abbiamo il dovere di ostacolare, con forme di lotta democratica, il suo infausto proposito!

© 2009 francescocapalbo.blogspot.com
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