sabato 10 luglio 2010

QUESTIONE DI SCELTE

di Grazia La Cava
A chi ha la fortuna di viaggiare, appena giunto in aeroporto (o comunque in stazione) di una qualsiasi città, capita spesso di soffermarsi ad osservare le vetrine dei negozi che hanno scelto quel punto di arrivo per esporre i loro prodotti. Molti di questi esercizi commerciali - proprio per il luogo in cui sono ospitati – tendono a mettere in bella mostra i prodotti che più ne caratterizzano il luogo che il turista ha scelto per le sue vacanze o comunque per attrarre l’attenzione del casuale visitatore. Succede, così, che si vedano esposti prodotti tipici dell’artigianato regionale o prelibatezze culinarie di produzione locale.
A chi si dovesse trovare all’aeroporto di Reggio Calabria, consiglio di dare uno sguardo alla vetrina della piccola libreria che si trova in un luogo di passaggio, tra il punto di accesso per i controlli all’imbarco e il corridoio che porta al bar molto frequentato. Ovvio che – trovandosi la vetrina in quella posizione - chi si occupa dell’addobbo si preoccupi di mettere in bella evidenza quei libri che dovrebbero maggiormente attrarre il potenziale acquirente che, si presume, ha generalmente fretta e percorre velocemente quel tratto di corridoio. Esattamente ciò che fa l’esercente di artigianato o di prodotti tipici, esponendo merci che il visitatore difficilmente troverebbe in altri posti, attirando così la sua curiosità.
Ebbene, osservando la vetrina di quella libreria, buona parte dei volumi esposti trattano l’argomento ‘ndrangheta. Attenzione: non si tratta degli interessanti volumi di inchiesta di qualche magistrato o di seri studi approfonditi sull’argomento. Si tratta, invece di volumi che – almeno all’apparenza - sembrano esaltarne “il prodotto” proprio perché tipico della zona: copertine con lupare, berretti (“barritte”) su sfondi di santi e processioni.
Il turista poco informato – a questo punto – ne potrebbe dedurre che la Calabria (e la provincia di Reggio in particolare) siano carenti dal punto di vista letterario (visto che non ha niente da esporre) e che ciò che emerge è la “cultura” della ‘ndrangheta.
La locride, è riconosciuta, a ragion veduta, come il territorio a maggiore densità mafiosa, da cui transitano grandi quantitativi di droga proveniente da tutto il mondo e il suo entroterra aspromontano è stato per anni il luogo “governato” dalla ‘ndrangheta per ospitare sequestrati, depositi di armi, rifugi per latitanti.
Ebbene, quegli stessi luoghi hanno prodotto un grande numero di scrittori, riconosciuti artisti di grande spessore letterario, affermatisi in Italia e in Europa: Corrado Alvaro a San Luca, Mario La Cava a Bovalino, Francesco Perri a Careri, Saverio Strati a S.Agata del Bianco, Saverio Montalto ad Ardore. In nessun altro posto credo si possa trovare tanta fecondità letteraria concentrata in pochissimi chilometri di distanza. E credo pure che in qualsiasi altro posto si sarebbe fatto ogni cosa per poterne sfruttare tanta grazia in modo da trarne vantaggi turistico-culturali, puntando su queste potenzialità, per poter attrarre i visitatori: parchi letterari, itinerari turistici con visite ai luoghi descritti nelle opere dei narratori, stimolando la curiosità e la lettura, facendo, così, conoscere i nostri grandi narratori ad un pubblico più vasto.
Niente di tutto ciò. E non solo. Non uno di questi Autori è presente nella nostra vetrina, e così succede spesso nelle librerie di provincia dove in esposizione si trova di tutto tranne che libri, men che meno degli scrittori calabresi.
Al di là della casualità e della buona fede dei librai che, mirando a più facili introiti, evidentemente avranno calcolato il loro tornaconto, appare evidente l’amara constatazione che la Calabria, a tutti i livelli (a cominciare dalla classe politica), ha da tempo scelto di non investire su nessuna delle sue qualità, dalle bellezze naturali, alla sua storia, alla sua cultura e, di contro, sottovalutando o addirittura ignorando il fenomeno mafioso.
Ho avuto modo più volte di evidenziare i forti contrasti della calabresità con eccellenze culturali e bellezze naturali, da un lato, e ‘ndrangheta e malaffare, dall’altro.
Finora tutto è stato ignorato o sottovalutato, sia la cultura che la ‘ndrangheta, lasciando agli altri il compito di decidere le sorti della nostra Regione, con i risultati poco edificanti ormai fin troppo evidenti.
Oggi la Calabria è questa e, prima di affondare, è necessario che siano i calabresi ad investire sul loro futuro, operando delle scelte chiare, puntando a valorizzare ciò che si crede siano i veri punti di forza.
Nella vetrina della piccola libreria dell’Aeroporto di Reggio è in scena l’esaltazione del fenomeno criminale con l’esposizione di lupare e barritte.
Questione di scelte.

Bovalino, 7 Luglio 2010

1 commento:

  1. NON FACCIO CRITICHE MA ESPONGO UN MIO PENSIERO SULLA MIA TERRA DA FIGLIA CALABRESE..........HO SCRITTO SEMPRE CHE LA CALABRIA NON E' POVERA COME NON SONO POVERE TUTTE LE REGIONI SUD DELLA TERRA....IL PROBLEMA DELLA CALABRIA E' L'ASSERVIMENTO DELLA POLITICA NOSTRANA AL POTERE CENTRALE ............UNA POLITICA CHE HA PREFERITO L'ASSISTENZIALISMO ALLA LOTTA; UNA LOTTA CAPACE DI SFRUTTARE LE SANE RISORSE ESISTENTI, UNA LOTTA PER CREARE POSTI DI LAVORO E ARRESTARE L'EMORRAGIA DELLE BRACCIA-LAVORO E DELLE MENTI CULTURALI............I NOSTRI GIOVANI LAVORANO FUORI,MOLTI ECCELLONO; NON POTEVANO ECCELLERE NELLA NOSTRA TERRA?........IL MALAFFARE ESISTE GRAZIE SEMPRE ALLA POLITICA CHE HA CHIUSO GLI OCCHI PER SERVIRSENE IN TEMPI DI ELEZIONI. IO CREDO SOLO AD UNA POLITICA CORROTTA, CORRUTTRICE .............E ASSENTE AI REALI PROBLEMI DEL POPOLO CALABRESE..................

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