Nota introduttiva di Francesco Capalbo
Ancora una volta attingiamo alla universalità della poesia di Trilussa, per dar conto delle parole e degli atteggiamenti che accompagnano questa campagna elettorale, della quale ormai si celebrano le usurate liturgie conclusive.
La poesia: “La sincerità ne li comizzi” è del 1920, ma ben si adatta a descrivere le sensazioni di artefatta retorica che avvertiamo in questi giorni di concitata insincerità.
Lungi dal poter essere considerata un inno al qualunquismo,la poesia è qui riportata per sottolineare il bisogno improcrastinabile che la politica scopra alle nostre sgarrupate latitudini, l’etica della compostezza e della sincerità.
La sincerità ne li comizzi
di Trilussa
Er deputato, a dilla fra de noi,
ar comizio ciagnede contro voja,
tanto ch’a me me disse: “Oh Dio che noja!”
Me lo disse, è verissimo: ma poi
sai come principiò? Dice: “E’ con gioja
che vengo, o cittadini, in mezzo a voi
per onorà li martiri e l’eroi,
vittime der Pontefice e der boja”.
E, lì, rimise fòra l’ideali,
li schiavi, li tiranni, le catene,
li re, li preti, l’anticlericali…
Eppoi parlò de li principì sui:
e allora pianse: pianse così bene
che quasi ce rideva puro lui!
© 2009 Francesco Capalbo
Ancora una volta attingiamo alla universalità della poesia di Trilussa, per dar conto delle parole e degli atteggiamenti che accompagnano questa campagna elettorale, della quale ormai si celebrano le usurate liturgie conclusive.
La poesia: “La sincerità ne li comizzi” è del 1920, ma ben si adatta a descrivere le sensazioni di artefatta retorica che avvertiamo in questi giorni di concitata insincerità.
Lungi dal poter essere considerata un inno al qualunquismo,la poesia è qui riportata per sottolineare il bisogno improcrastinabile che la politica scopra alle nostre sgarrupate latitudini, l’etica della compostezza e della sincerità.
La sincerità ne li comizzi
di Trilussa
Er deputato, a dilla fra de noi,
ar comizio ciagnede contro voja,
tanto ch’a me me disse: “Oh Dio che noja!”
Me lo disse, è verissimo: ma poi
sai come principiò? Dice: “E’ con gioja
che vengo, o cittadini, in mezzo a voi
per onorà li martiri e l’eroi,
vittime der Pontefice e der boja”.
E, lì, rimise fòra l’ideali,
li schiavi, li tiranni, le catene,
li re, li preti, l’anticlericali…
Eppoi parlò de li principì sui:
e allora pianse: pianse così bene
che quasi ce rideva puro lui!
© 2009 Francesco Capalbo
Caro Francesco quale miglior commento se non quello di dirti che come sempre, da te, escono cose davvero gradite. Questa poesia riflette in parte quello che ho scritto e che a breve Raffaele spero pubblicherà sul suo sito: la politica sansostese: parole, pagliette e nu quintali i sali. Questa è la realtà della politica sansostese, ma spero davvero, di cuore, che molte cose cambieranno e che, nonostante tutto, queste ultime elezioni siano la svolta si, ma la svolta per far fallire tutto e ricostruire ex novo il nostro paese ed il nostro futuro; perchè chiunque dei due candidati vincerà, durerà davvero poco. A presto e graditi saluti così come i tuoi mi sono stati recapitati dalla mia consorte un abbraccio a presto Fabio Novello
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