giovedì 18 giugno 2009

NON LO SAPREMO MAI…Cosa scriverebbe oggi Mario La Cava su fatti e personaggi attuali?

Di Grazia La Cava

20 anni. Tanti son passati da quando mio padre ci ha lasciati. Da allora tanti fatti più o meno importanti, più o meno drammatici, più o meno futili sono accaduti nel mondo, in Italia e nel nostro piccolo universo di provincia. Fatti che quotidianamente ci colgono e ci coinvolgono, ci spingono al commento ed alla riflessione.
Cercando di allontanare i sentimenti privati che mi appartengono e che custodisco gelosamente, credo che essere orfani di Mario La Cava significhi essere orfani di un contributo prezioso su ognuno di questi accadimenti; prezioso proprio per l’originalità con cui i fatti venivano dibattuti ed esaminati, magari nell’intimità familiare o in presenza dei suoi tanti amici di cui egli si circondava, oppure scrivendone sui giornali con cui collaborava.
Ebbene, ogni qualvolta mi ritrovo a commentare piccoli fatti paesani o grandi argomenti politici e sociali ripresi dal giornale o dalla tv, mi piace immaginare quale sarebbe stata la sua opinione e quale il suo commento. Per rimanere ai temi attuali, quale sarebbe stato, per esempio, il suo pensiero sull’Italia governata da Berlusconi e dalla Lega, sui problemi dell’immigrazione, sulle ronde verdi e nere, sui fenomeni di intolleranza che emergono sempre più nel nostro Paese….
Non lo sapremo mai, ma possiamo immaginarlo.
Sarebbe forse sobbalzato, spalancando i suoi occhi – com’era solito fare quando rimaneva incredulo – ascoltando Ministri sollecitare e rivendicare ronde di infelice memoria. Probabilmente avrebbe studiato a fondo la personalità del nostro Primo Ministro per meglio capire le sue azioni ai limiti della legalità (se non oltre) e le sue strabilianti sortite. Soprattutto avrebbe studiato ed ironicamente descritto quei cittadini che di lui si fidano ed a lui si affidano, provandone invidia e ammirazione, magari individuandolo come esempio da seguire. Li avrebbe sapientemente “dipinti” in poche righe, evidenziandone in brevi tratti essenziali ogni loro incoerenza.
Nel nuovo rampantismo italiano avrebbe trovato fonte di ispirazione per nuovi “Caratteri” velati da sottile ironia, prendendo magari spunto dai tanti giovanotti che si aggirano per il paese o dai tanti improvvisati nuovi politici locali, legittimati ad essere tali solo dall’ignoranza imperante a più alti livelli.
Forse.
Di una cosa son sicura, però: l’Italia di oggi non gli sarebbe certo piaciuta.
“Distrussero il paese, avendolo condannato all’abbandono per fame; e poi ne illuminarono sfarzosamente le macerie” (Caratteri – n. 343). Così scriveva a quel tempo degli amministratori del suo paese. Quale graffiante commento scriverebbe oggi sugli attuali amministratori che non hanno voluto commemorare la sua memoria a cento anni dalla sua nascita?
Non lo sapremo mai, ma possiamo immaginarlo.

Bovalino, 16 Giugno 2009


La vignetta di Staino è apparsa sull’Unità del 24 maggio 2009.
Per le note biografiche su Mario La Cava si rimanda al seguente indirizzo: http://francescocapalbo.blogspot.com/2009/05/mario-la-cava-il-mestiere-di-essere.html


© 2009 Francesco Capalbo


1 commento:

  1. Forse avrebbe semplicemente detto " la fine della civiltà "

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