Di Grazia La Cava
"La vita umana va difesa innanzitutto dal delitto incommensurabile" dell'aborto. E questa difesa è uno dei valori "non negoziabili" in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali.
Stupisce questa dichiarazione del Cardinale Bagnasco – presidente della Conferenza Episcopale – che invita apertamente a non votare la Bonino ad una settimana dal voto. Stupisce – oltre che per l’invasione di campo a cui ormai ci si è abituati – soprattutto perché nell’ultimo anno la Chiesa ha preso più volte le distanze da questo governo e dal Premier per i suoi atteggiamenti non certo compatibili per un buon cristiano.
Così la frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica sono valori per cui ci si può limitare alla nota di biasimo sull’Avvenire, ma che si possono perdonare al momento del voto. In altre parole, questi sono valori “negoziabili” su cui è ammessa la tolleranza.
Evidentemente la battaglia contro la legge sull’aborto è, oggi, per la Chiesa l’unica emergenza per l’Italia ed è rimasto l’ultimo valore “non negoziabile” per cui vale la pena spendersi per dare palese indicazione di voto.
Vecchio vizio della Chiesa, ma non solo.
Vecchio vizio degli italiani, piuttosto, quello di cambiare i parametri di valutazione a seconda delle stagioni e delle convenienze: dall’esser sempre pronti a criticare aspramente l’operato di governanti e amministratori per tutta la durata del loro mandato, al perdono al momento del voto, giudicando peccato veniale ciò che fino a quel momento è stato motivo di forte critica.
Anche il mio Comune si prepara ad affrontare le elezioni comunali; se si fosse fatto un sondaggio tra i cittadini 5 o 6 mesi fa, di sicuro pochi avrebbero riaffidato il paese agli amministratori uscenti, tanto evidente è il degrado in cui hanno lo fatto sprofondare. Ebbene, oggi quegli stessi amministratori sono tra i favoriti.
Questo modo di ragionare tipicamente italiano, ma ancor più meridionale, ha provocato - per lungo tempo - malgoverno, malaffare, privilegi, connivenze.
La situazione drammatica che l’Italia e la Calabria stanno vivendo non consente più tali leggerezze. E’ più che mai diventato indispensabile, soprattutto per noi calabresi, che il voto diventi lo strumento attraverso il quale rifiutiamo l’incapacità, il clientelismo, lo scambio, la mafia a vantaggio di capacità umane e politiche.
La rilevanza che si vuol dare ai valori è ovviamente soggettiva. Il giudizio sulle capacità delle persone ancor più. Possono cambiare a seconda della personalità, della fede, dei sentimenti di ognuno di noi. Sarebbe ora, però, che rimanessero punti fermi e che fossero il sistema di valutazione delle nostre scelte. Ciò che non è più sopportabile è la disponibilità a rinunciare ad essi. Non ce lo possiamo più permettere.
Che sia un voto consapevole.
Non svendiamo la nostra dignità in cambio di quattro sporche promesse.
Bovalino, 23 Marzo 2010
MI PIACE, E' SULLA STESSA RIMA DI QUELLO CHE HO FATTO SUL BLOG DI DI PIETRO CHE HA COMMENTATO BAGNASCO SUL SUO SITO.
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